Aspetti della Metarazionalità

Accogliere e organizzare in questo inizio del 2024 una mostra di Beppe Bonetti è per l’AAB circostanza particolarmente lusinghiera e felice. Siamo al principio dell’anno “dopo” l’anno della cultura … e se c’è una realtà che non ha mai guardato al rutilante palinsesto del 2023 come una mera occasione di consumo culturale e spettacolare, essa è stata l’AAB. Appartiene al nostro Dna considerare la cultura come una pratica quotidiana, un’attitudine alla scoperta e alla sperimentazione, un’apertura a nuovi mondi e nuovi linguaggi, questo il pensiero del Presidente di AAB, Massimo Tedeschi, che ha aggiunto: “Ebbene, se c’è un artista che rispecchia questa visione – per il suo modo di guardare le cose, per la pratica artistica personale, per le relazioni internazionali, questi è Beppe Bonetti. Ne fa fede la sua concezione dell’arte. Ne fanno fede la sua biografia e la sua carriera artistica”. Molto interessante e ben articolato il saggio critico in cui Ilaria Bignotti, ripercorre tutta la carriera dell’artista animata dalla consapevolezza della necessità di tradurla in un testo capace di vagliare i nuclei di senso critico precedentemente elaborati davanti all’opera dell’artista e di interrogare quest’ultima in una prospettiva attuale. La selezione di opere proposte racconta “la complessità e l’inquietudine creative che da sempre accompagnano – tormentano? Bonetti, di dipinti che raccontano le due principali direzioni della sua produzione: la Metarazionalità e le Variazioni sul 7. Due aree di indagine che nel primo decennio del nuovo Millennio Bonetti ha portato ad una ulteriore, acuta profondità di teorizzazione e ad una fertilissima produzione, continuando a lavorare per talee e innesti sui germogli fioriti nel 1983, anno che segna appunto l’atto di nascita della Metarazionalità”.

Una esposizione che non può lasciare indifferenti e che mostra come le opere di Bonetti siano in grado di sconfiggere il tempo e lo spazio, confliggendo con essi